Il Vangelo va annunciato e testimoniato

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Il 14 aprile 2013 il Papa Francesco si è recato alla Basilica di San Paolo fuori le Mura dove ha celebrato la Messa in occasione della sua prima venuta in questa Basilica. Il Papa ha colto questa occasione per chiedere a tutti i cristiani la testimonianza della propria fede, una testimonianza che deve essere fatta con la parola e l’azione.

Ci chiediamo tante volte perché la Chiesa perda, e spesso con tanta facilità, credibilità davanti alla società. Alcuni danno la colpa ai giornali e a agli altri mezzi di comunicazione, che distorcono le notizie e le presentano in modo soggettivo; altri pensano che sia colpa dei cristiani che non difendono più fermamente la posizione della Chiesa. Ma ci siamo mai chiesti dove sia il vero problema? Per rispondere a questa domanda c’è bisogno di sincerità e di buona volontà.

Papa Francesco ci ha dato la risposta richiamando l’attenzione sulla testimonianza di ogni cristiano: quale testimonianza do IO di Cristo? La testimonianza deve partire da ME: sono IO un vero discepolo del Signore? Compio IO la volontà del Signore nella vita di tutti i giorni? Queste sono le domande alle quali un vero cristiano deve rispondere, partendo dall’analisi di sé e del proprio comportamento. Il Papa con le sue parole ci vuole spiegare quanto sia importante una giusta testimonianza per quelli che non credono. Il cristiano deve annunciare Cristo e non lo può fare se non dà agli altri una dimostrazione di vita coerente all’insegnamento del Signore. Questo vale per tutti, nella stessa misura, per pastori della Chiesa e per i fedeli. Per parlare di una nuova evangelizzazione dobbiamo parlare prima di un incontro personale con Cristo, nella vita di ogni fedele. Per testimoniarlo, dobbiamo conoscerlo, essere vicini a lui attraverso la preghiera e la meditazione personale, riconoscerlo come Signore della nostra vita e adorarlo come tale. Dobbiamo individuare gli idoli che ci allontanano da Lui, per poterlo seguire con tutto il cuore. Solo così troveremo la vera gioia del Risorto e potremo diventare veri annunciatori del Vangelo.

Il Papa ci sta chiedendo di ritornare alle radici della nostra fede personale e di ricostruire la nostra vita sui fondamenti saldi dell’Amore di Dio; un’Amore che ci dà la speranza che nessuno mai potrà rubarci. La forza della testimonianza la troviamo solo in Cristo, crocifisso, morto e risorto per la nostra salvezza.

suor Dolores

Il testo integrale dell’omelia

Commenti (9)

  1. Brandy Hobbs 4 Maggio 2013

    “Grazie o Padre, Signore del Cielo e della Terra, perché mi hai ridonato la vita nella Tua Misericordia” così termina la testimonianza di Paolo trascritta in un piccolo libretto intitolato “Liberato dalle catene della droga” (Mimep-Docete).

  2. Marietta Beach 4 Maggio 2013

    La Nostra gioia nel trovarci in mezzo a voi, in quest’ultimo giorno della Nostra permanenza in Australia, è oggi ancor più viva per il fatto che la Provvidenza ci offre l’occasione di elevare alla dignita episcopale, e quindi di collaboratore diretto come successore degli Apostoli, un figlio delle terre di missione di questa immensa Oceania. Di ciò vogliate ringraziare con Noi il Signore Onnipotente! Ma, nel contempo, quale magnifica occasione è questa per meditare sul nostro dovere missionario! Richiamiamo, mettendolo quasi sotto i nostri occhi, il grande insegnamento datoci da Gesù, la sera del Giovedì Santo, intorno alla carità fraterna. Egli lo chiama il «comandamento nuovo», come a dire il vertice del suo Vangelo. Non c’è nulla di più grande dell’amore fraterno – ci dice -, perché è dal suo esercizio che si distinguono in maniera eminente i suoi discepoli (Cfr. Io. 13, 34-35). Se noi lasciamo che i nostri spiriti ed i nostri cuori si aprano a questa legge nuova, tutto diventa diverso, perché tutto riceve un’illuminazione fino ad allora sconosciuta: non soltanto la nostra vita spirituale ed i nostri contatti con i fratelli, ma tutta quanta la nostra attività, anche quella in apparenza più profana. L’amore è luce e forza, l’amore è comunicazione! Sollecitati da esso, gli Apostoli han saputo superare le frontiere della loro patria per andare fino ai confini dell’impero romano ed anche, di certo, più in là.

  3. Devon D. Sutton 23 Maggio 2013

    Per cercare di chiarire almeno un poco la nostra vita, ecco alcune note che spero possano essere utili.

  4. Lon T. Cobb 25 Maggio 2013

    Verso la fine della sua vita, il regista Howard Hawks si dichiarò orgoglioso del fatto che nessuno dei suoi film abbia utilizzato flashback.

  5. Ola Dickson 29 Giugno 2013

    Paolo diceva che lui aveva l’urgenza di predicare e lui aveva l’esperienza di questa lotta spirituale, quando diceva: “Ho nella mia carne una spina di satana e tutti i giorni la sento”. Anche noi abbiamo spine di satana che ci fanno soffrire e ci fanno andare con difficoltà e tante volte ci scoraggiano. Prepararci alla lotta spirituale: l’evangelizzazione chiede da noi un vero coraggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire con la preghiera, con la mortificazione, con la voglia di seguire Gesù, con i Sacramenti che sono un incontro con Gesù, dire a Gesù: grazie, grazie per la tua grazia. Voglio portarla agli altri. Ma questo è lavoro: questo è lavoro. Questo si chiama – non vi spaventate – si chiama martirio. Il martirio è questo: fare la lotta, tutti i giorni, per testimoniare. Questo è martirio. E ad alcuni il Signore chiede il martirio della vita, ma c’è il martirio di tutti i giorni, di tutte le ore: la testimonianza contro lo spirito del male che non vuole che noi siamo evangelizzatori.

  6. Joann Savage 9 Luglio 2013

    Il tema della Giornata per le Vocazioni, “La testimonianza suscita vocazioni”, si ispira alla figura di san Giovanni Maria Vianney, Curato d’Ars, dal quale il Santo Padre ha tratto lo spunto per la promozione dell’anno sacerdotale. La fecondità della proposta vocazionale, per quanto dipenda dall’azione di Dio “è favorita anche dalla qualità e dalla ricchezza della testimonianza personale e comunitaria di quanti hanno già risposto alla chiamata del Signore nel ministero sacerdotale e nella vita consacrata”.

  7. Glen Gonzales 19 Luglio 2013

    (Alcune volte ho difficoltà a spiegare i miei pensieri che definisco simpaticamente il mio caos calmo).Ci proverò. Sembra ultimamente, che nella mia vita, tutto sia un collage di frammenti destinati a completare un puzzle! Direte in che senso. Il mio post sull’aborto , la conoscenza ora di questa pratica e la testimonianza di Titti. Ecco, forse senza saperlo, Titti ha messo in pratica il Comforte Care, grazie al suo grande amore per la figlia, al fatto che crede nella vita. Titti dice che qualsiasi vita è degna di essere vissuta, anche una vita bacata poichè non spetta a noi sopprimerla. Titti è una ragazza credente che , nei vari scambi di mail, per il suo impegno sociale dopo la sua esperienza, ha fatto accrescere in me una grande stima. Grazie Titti, davvero grazie per la tua disponibilità e sappi che in me troverai sempre una persona pronta ad appoggiarti e ad aiutarti nel tuo impegno!

  8. Sybil R. Hayden 4 Gennaio 2014

    In questi giorni, dal 18 al 25 gennaio, si sta svolgendo la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Quest’anno essa ha per tema un passo del libro degli Atti degli Apostoli, che riassume in poche parole la vita della prima comunità cristiana di Gerusalemme: “Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere” (At 2,42). E’ molto significativo che questo tema sia stato proposto dalle Chiese e Comunità cristiane di Gerusalemme, riunite in spirito ecumenico. Sappiamo quante prove debbono affrontare i fratelli e le sorelle della Terra Santa e del Medio Oriente. Il loro servizio è dunque ancora più prezioso, avvalorato da una testimonianza che, in certi casi, è arrivata fino al sacrificio della vita. Perciò, mentre accogliamo con gioia gli spunti di riflessione offerti dalle Comunità che vivono a Gerusalemme, ci stringiamo intorno ad esse, e questo diventa per tutti un ulteriore fattore di comunione.

  9. Blaine Barrett 17 Gennaio 2014

    Giunsi al Vaticano. Era la prima volta che vedevo il papa. In quel tempo era papa Pio XII. Io ho detto: certamente quando il papa passa davanti a me, la sua benedizione giungerà al mio cuore, e mi aiuterà a uscire da questa situazione. Vi sto parlando del 1950. Era l’anno santo. Ogni 25 anni c’è un anno santo… per me son tutti gli anni santi, tutti i giorni! Alleluia! Perché la presenza del Signore è con noi. E questo è importante. Quando un pastore chiese a uno dei papi ultimi, e gli disse così: “Quante volte nella sua vita ha sentito la presenza del Signore?”, ha detto: “Due volte: quando sono stato consacrato sacerdote, e quando mi hanno fatto papa”. Che miserabile. Se io non sento la presenza del Signore nel giorno, mi sento morire! Ed è così per la vita di un cristiano, se non c’è la presenza di Dio non siamo niente! Siamo morti! Non c’è vita! Perché Lui è la vita! E quando ero lì in quella grande chiesa di San Pietro… non so quanti l’hanno vista… all’entrata della basilica di San Pietro c’è la misura delle più grandi chiese del mondo. La basilica di San Pietro misura quasi un chilometro, 988 metri, e sono circa 500… [di larghezza] e 117 di altezza… è tremendo.

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