Il messaggio di Gesù Misericordioso – incontro

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La Casa Editrice Mimep-Docete ha organizzato una serata sul tema

IL MESSAGGIO E LE PROMESSE DI GESÙ MISERICORDIOSO

L’incontro é stato un’occasione per scoprire e approfondire la figura di suor Faustina Kowalska, la mistica polacca canonizzata nel 2000 da Giovanni Paolo II, a cui Gesù ha affidato il messaggio della Divina Misericordia, un messaggio che conforta e incoraggia il cuore di tutti gli uomini di oggi e dei tempi che verranno.

Nelle sue apparizioni alla santa, il Signore le consegna anche la devozione all’immagine di Gesù Misericordioso, l’utilizzo della Coroncina e l’istituzione della Festa della Divina Misericordia, fortemente voluta da Giovanni Paolo II, che quest’anno si celebrerà proprio domenica 7 aprile.

Sono intervenuti:

Lorenzo Fornasieri, esperto di tematiche teologiche e cultura polacca, la cui vita ha sempre avuto un forte legame con la figura di suor Faustina.

Alfredo Tradigo, giornalista di Famiglia Cristiana.

Giovanni Fornasieri, docente presso la Civica Scuola di Musica di Milano.

Durante l’incontro abbiamo ascoltato alcuni brani tratti dall’Audiolibro del Diario completo di Suor Faustina, proposto dalla Casa-Editrice Mimep-Docete, e le musiche del Maestro Filippo Bentivoglio.

Grazie a tutti i collaboratori per questa serata meravigliosa. Che Dio benedica tutti!

Commenti (2)

  1. Danielle H. Whitehead 15 Dicembre 2013

    Prima di pronunciare queste parole, Gesù mostra le mani e il costato. Addita cioè le ferite della Passione, soprattutto la ferita del cuore, sorgente da cui scaturisce la grande onda di misericordia che si riversa sull’umanità. Da quel cuore suor Faustina Kowalska , la beata che d’ora in poi chiameremo santa, vedrà partire due fasci di luce che illuminano il mondo: “I due raggi – le spiegò un giorno Gesù stesso – rappresentano il sangue e l’acqua” (Diario, Libreria Editrice Vaticana, p. 132).

  2. Shawna W. Mejia 12 Gennaio 2014

    “Una volta vidi una gran folla di gente nella nostra cappella, davanti alla cappella e sulla strada, perché non c’era posto nella cappella. La cappella era addobbata per una solennità. Vicino all’altare c’era un gran numero di ecclesiastici, poi le nostre suore e molte di altre congregazioni. Aspettavano tutti la persona che doveva prendere posto sull’altare. Ad un tratto sentii una voce che diceva che io dovevo prendere il posto sull’altare. Però appena uscii dall’abitazione, cioè dal corridoio per attraversare il cortile ed andare in cappella seguendo la voce che mi chiamava, ecco che tutta la gente cominciò a gettarmi addosso tutto quello che poteva: fango, sassi, sabbia, scope, tanto che in un primo momento rimasi indecisa se proseguire o meno; ma quella voce mi chiamava con insistenza ancora maggiore ed allora, nonostante tutto, cominciai ad avanzare coraggiosamente. Quando attraversai la soglia della cappella, i superiori, le suore, le educande e perfino i genitori cominciarono a colpirmi con quello che potevano tanto che, volente o nolente, dovetti salire in fretta al posto destinato sull’altare. Non appena occupai il posto destinato, subito quella stessa gente e le educande, e le suore, e i superiori, e i genitori, tutti cominciarono a tendere le mani ed a chiedere grazie ed io non provavo alcun risentimento verso di loro, che mi avevano scagliato addosso tutta quella roba ed anzi stranamente provavo un amore particolarissimo proprio per quelle persone che mi avevano costretta a salire più rapidamente nel posto a me destinato. In quel momento la mia anima fu inondata di una felicità inconcepibile ed udii queste parole: “Fa’ quello che vuoi, distribuisci grazie come vuoi, a chi vuoi e quando vuoi>>. E subito la visione scomparve” (p. 19).

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