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Aids e Chiesa – epidemia di bugie

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Le parole del Papa emerito sull’inefficacia del preservativo hanno scatenato reazioni violente, ma trovano effettivo riscontro nella realtà. Che dimostra come soltanto l’educazione alla dignità dell’uomo sia vincente e che più sono presenti i cattolici, meno colpisce l’infezione. E tra morale e realtà non c’è separazione. “Non si può superare questo problema dell’AIDS solo con i soldi pur necessari, ma se non c’è l’anima, se gli africani non aiutano (impegnando la responsabilità personale), non si può superare le difficoltà con la distribuzione di preservativi: al contrario, aumentano il problema”. La soluzione è un “rinnovo spirituale e umano”. Sono bastate queste poche parole pronunciate da Benedetto XVI sull’aereo che lo portava in Africa il 17 marzo scorso, per scatenare un putiferio internazionale senza precedenti. Denunce, accuse, la Spagna che per rappresaglia invia un milione di preservativi in Africa, il Belgio che protesta

Se non in vitro, allora come?

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TESTIMONIANZA

Uno dei medici della clinica che per prima usò la tecnica “in vitro” in Polonia, è il ginecologo polacco Tadeusz Wasilewski, esperto in questo settore e soddisfatto della sua vita professionale, ma che poi sente di dover cambiare strada, ponendosi tuttavia questa domanda: “ma se non “in vitro” allora come?” “Non ho più eseguito nemmeno un intervento “in vitro” – spiega il dott. Tadeusz Wasilewski, fondatore, in Polonia, del centro per curare la sterilità con il metodo della NaProTechnology (dall’ inglese: natural procreative technology). Prima che la sofferenza e la disperazione vi porti in una clinica “in vitro”, pensate alla NaProTecnologia. Il dott. Tadeusz Wasilewski ha lavorato per 15 anni nella prima clinica “in vitro” in Polonia, ma nel 2007 ha deciso di cambiare. Perché? La causa di questa scelta non si trova nelle relazioni umane all’interno della

NaProTechnology – Testimonianze

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Un aiuto a conoscere se stessi e riconquistare il valore della vita

Il dottore Phil Boyle è uno specialista della fertilità e della salute femminile; tutti i suoi metodi e le cure sono basati su una tecnologia della procreazione naturale chiamata NaProTechnology. Il dottore Boyle lavora in questo campo da ormai più anni con uno studio sempre in fase di sviluppo, con molti casi di gravidanza sana e naturale portati a termine.   Louise e Eamonn: Louise e Eamonn Mc Mullan si sono rivolti al dottore Phil Boyle disperati dopo sette anni che cercavano di avere un figlio e due esperimenti “in vitro” falliti. Qualche giorno dopo il secondo fallimento “in vitro” Louise si è decisa di guardare un’intervista con il dottore Boyle, che le è stata portata da un amico. A sentire quanti problemi di tipo ormonale possono impedire

Ho toccato un inferno chiamato: “IN VITRO”

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TESTIMONIANZA DI ADAM

Il concetto di “in vitro”, una volta spogliato di tante belle parole promozionali, si scopre essere solo ed esclusivamente una linea di produzione. Io oggi, grazie al metodo “in vitro”, sono un padre felice, ma il mio rapporto con la moglie si è notevolmente raffreddato. Il mio matrimonio è cambiato! Ormai, io e lei, non ci vediamo nemmeno tutti i giorni, anche se viviamo insieme. Con il senno di poi, vedo che tutte e due siamo passati per l’inferno chiamato “in vitro”. L’interesse verso questo tema è nato dal fatto, come penso, del caso di tante altre coppie che non riuscivano ad avere un figlio. Dopo cinque anni che eravamo sposati, questo problema emergeva con molta insistenza e ci inquietava. Quindi ci siamo sottoposti, come sicuramente tante altre coppie, a cure ed esami che erano

Una famiglia santa

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Il 20 maggio 2006, a Verica di Pavullo, un paese nell’Appennino Modenese, l’Arcivescovo di Modena, Mons. Benito Cocchi ha dato inizio al processo informativo per la Causa di beatificazione di due sposi, genitori di numerosa, singolare famiglia.   COME GIOBBE Lui, Sergio Bernardini, nasce a Sassoguidano (Modena) il 20 maggio 1882. Cresce nella fede e nella pratica cristiana e matura fin da giovane il progetto di formare una famiglia davvero cristiana, in cui fioriscano vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie. Dice: “Mi sposerò, avrò tanti figli e, se Dio vorrà, andranno tutti missionari e faranno tanto bene”. Sergio si sposa nel 1907, a 25 anni con Emilia Romani, che gli dà tre figli. Ma nel giro di soli 4 anni, in una durissima prova per la sua fede, vede morire i suoi genitori, la moglie e i figli e persino un fratello. Rimane completamente solo
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