Alessandro Manzoni e la Divina Provvidenza
Nel 2023 celebreremo i 150 anni della morte del grande scrittore autore del romanzo I Promessi Sposi. E’ un’opera che rientra nella categoria del “romanzo storico” perché è ambientato in una epoca precisa e di cui racconta le vicende accadute realmente sia pure in modo romanzato. Ci sono però due piani in questa lettura, quello dei grandi eventi governati dalla politica e dalla forza dei poteri degli uomini come il dominio degli spagnoli nel nord Italia, la guerra portata dai Lanzichenecchi, la carestia, la peste che coinvolgono anche i protagonisti del romanzo ma insieme c’è anche una storia semplice, quotidiana in cui emerge un’altra forza che dirige in modo altrettanto certo lo svolgersi dei fatti raccontati, è la presenza della Divina Provvidenza che in modo discreto ma fermo guida la vita dei due protagonisti verso il loro destino di bene anche attraverso eventi drammatici. E’ una presenza che è riconosciuta dai personaggi educati dalla fede a vivere la loro vita non chiusi in se stessi ma aperti a riconoscere i segni che Dio mette sulla loro strada. In questo sono guidati da due grandi maestri come il padre Cristoforo e il cardinale Federigo Borromeo e così possono diventare anche essi strumenti dell’azione della Provvidenza, Lucia nel favorire con il suo atteggiamento la conversione dell’Innominato e Renzo che decide di dare gli ultimi soldi che gli restano a persone ancor più povere di lui perché:
“… Nell’uscire, vide, accanto alla porta, che quasi v’inciampava, sdraiate in terra, più che sedute, due donne, una attempata, un’altra più giovine, con un bambino, che, dopo aver succhiata invano l’una e l’altra mammella, piangeva, piangeva; tutti del color della morte: e ritto, vicino a loro, un uomo, nel viso del quale e nelle membra, si potevano ancora vedere i segni d’un’antica robustezza, domata e quasi spenta dal lungo disagio. Tutt’e tre stesero la mano verso colui che usciva con passo franco, e con l’aspetto rianimato: nessuno parlò; che poteva dir di più una preghiera? – La c’è la Provvidenza! – disse Renzo; e, cacciata subito la mano in tasca, la votò di que’ pochi soldi; li mise nella mano che si trovò più vicina, e riprese la sua strada. La refezione e l’opera buona (giacché siam composti d’anima e di corpo) avevano riconfortati e rallegrati tutti i suoi pensieri. Certo, dall’essersi così spogliato degli ultimi danari, gli era venuto più di confidenza per l’avvenire, che non gliene avrebbe dato il trovarne dieci volte tanti. Perché, se a sostenere in quel giorno que’ poverini che mancavano sulla strada, la Provvidenza aveva tenuti in serbo proprio gli ultimi quattrini d’un estraneo, fuggitivo, incerto anche lui del come vivrebbe; chi poteva credere che volesse poi lasciare in secco colui del quale s’era servita a ciò, e a cui aveva dato un sentimento così vivo di sé stessa, così efficace, così risoluto?”
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