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Un libro può salvarti la vita? Un romanzo nato dal romanzo

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Emanuela Molaschi ha letto il nostro romanzo "Amando scoprirai la tua strada" (Cecilia Galatolo) ed è rimasta molto toccata dalla testimonianza di vita di Sandra Sabattini e dalla trama del romanzo. Come lei stessa dice, l'ha aiutata a capire se stessa e gli altri. Quindi ha deciso di scrivere un altro romanzo che tratti gli stessi argomenti e che possa essere di aiuto ai giovani per aprire gli occhi e vedere dove si trova il vero senso della vita. Il suo romanzo "Abbi fede" parla di Leyla e Sam due giovani che dopo aver letto "Amando scoprirai la tua strada" cambiano vita e ritrovano il senso della loro esistenza. I due protagonisti arrivano alla conclusione che la fede si può trovare in qualsiasi momento e che un crollo non significa

Amando scoprirai la tua strada – la santa fidanzata Sandra Sabattini

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Intervista a padre Antonio Marrazzo, postulatore della causa di beatificazione di Sandra Sabattini e postulatore generale dei Redentoristi

Chi era Sandra Sabattini

Nata a Riccione il 19 agosto 1961, Sandra Sabattini ha respirato la fede fin da piccola e ancor più quando, insieme ai genitori ed al fratellino, va a vivere nella canonica dello zio prete, don Giuseppe Bonini, a Misano Adriatico, e di seguito a Rimini, nella parrocchia di San Girolamo. A 12 anni incontra don Oreste Benzi e la comunità Papa Giovanni XXIII; due anni dopo già partecipa ad un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee chiare: “Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai”. Si spende nel servizio per i disabili e per i tossicodipendenti, e va

Si può camminare contro tutte le incertezze

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“Chi rimane in Me ed io in lui porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”. (Gv 15, 5)

Ripensando ai 28 anni vissuti insieme non possiamo non ritornare al brano di Vangelo scelto per la messa del matrimonio. Un vero e proprio programma di vita, una indicazione di metodo che ha segnato il nostro cammino di questi anni. Abbiamo iniziato la nostra avventura con la certezza di essere accompagnati dalla Presenza del Signore in tutti i momenti della nostra vita e con la disponibilità a lasciarci educare nell’appartenenza ad una realtà più grande della nostra famiglia, un vero e proprio piccolo popolo cristiano irriducibile alla visione ridotta dell’uomo come era concepito dalla cultura allora ed oggi dominante. Il Signore ha ben presto arricchito la

A te che soffri

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È arrivata nella tua vita senza che l’avessi invitato. È entrata ed ha sconvolto tutta la tua esistenza. Come l’ospite indesiderato è entrata e si è seduta accanto a te. - Perché sei qui? Che cosa vuoi da me? - Io? Niente. Sei tu che aspeti qualcosa da me! - Cioé? - Ti posso spiegare chi sei e dove stai andando. L’unica cosa che ti chiedo è di non chiudermi la porta. - Va bene. Parliamoci un momento. Spiegami per favore chi sei. - Sono la goccia che riempia la tua solitudine di senso. - La solitudine ha un senso? - Il senso della solitudine è l’amore. Quando ti senti solo capisci l’importanza della presenza di un altro nella tua vita e, ti apri all’amore. - Io direi proprio che la solitudine è l’assenza dell’amore. - Non è così! La solitudine ti apre

Il padre nella famiglia

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Circa 200 anni fa i padri incominciarono ad uscire in massa da casa, andarono a lavorare nelle fabbriche, spesso “sparivano” per molti giorni, settimane, mesi, alla ricerca dei mezzi di sostentamento per la famiglia. I ragazzini rimanevano soli a casa con la madre. In molte famiglie questo fu il momento dell’interruzione della catena della trasmissione della mascolinità. Venne a mancare il contatto tra padre e figlio. Nel passato, il figlio osservava la forza del padre, il suo ruolo, per esempio, in una bottega artigiana, e suo padre gli trasmetteva questa forza grazie al fatto che trascorrevano il tempo insieme. Oggigiorno, quando i padri tornano tardi la sera dal lavoro a casa, spesso hanno una sola comunicazione per i figli: “Il papà è stanco, vuole riposare e guardare la televisione”. Da secoli, e perfino da millenni, le comunità o le tribù sapevano che
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