Mai come oggi ci sentiamo estremamente vicini all’esperienza di Giobbe, una figura straordinaria della sapienza biblica. Egli è l’uomo che, schiacciato da una sventura inspiegabile, rivendica e protesta tutta la propria innocenza, costringendo Dio a dare ragione del mistero del male. Nella sua lotta con Dio, troviamo una profezia della grande prova che anche Gesù ha dovuto attraversare durante i giorni della sua passione: accettare da innocente la sofferenza di una condanna ingiusta e immeritata, dovendo attraversare tutto il dramma di un simile dolore in totale e assoluta solitudine, al punto da gridare al Padre: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?”.
Alla luce delle figure di Giobbe e Gesù, abbiamo voluto dunque leggere il tempo di pandemia che stiamo vivendo, come un momento di messa alla prova dell’intera umanità, che deve ripartire dopo aver trovato risposte nuove e per nulla banali ai gravi problemi della contemporaneità. In questo ci siamo lasciati illuminare anche dall’insegnamento di papa Francesco che non ha fatto mancare la sua parola durante i drammatici giorni del contagio e nella delicata fase della ripresa.
Ogni venerdì di Quaresima ci lasceremo provocare da un aspetto della grande prova a cui ci ha costretto la pandemia, seguendo questo schema:
Prima settimana di Quaresima – LA PROVA DELLA FRAGILITÀ
Seconda settimana di Quaresima – LA PROVA DELLA MALATTIA
Terza settimana di Quaresima – LA PROVA DELLA POVERTÀ
Quarta settimana di Quaresima – LA PROVA DELLA SOLITUDINE
Quinta settimana di Quaresima – LA PROVA DELLA DISPERAZIONE
Settimana Santa – LA PROVA DEL SILENZIO DI DIO
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