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Amando scoprirai la tua strada – la santa fidanzata Sandra Sabattini

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Intervista a padre Antonio Marrazzo, postulatore della causa di beatificazione di Sandra Sabattini e postulatore generale dei Redentoristi

Chi era Sandra Sabattini

Nata a Riccione il 19 agosto 1961, Sandra Sabattini ha respirato la fede fin da piccola e ancor più quando, insieme ai genitori ed al fratellino, va a vivere nella canonica dello zio prete, don Giuseppe Bonini, a Misano Adriatico, e di seguito a Rimini, nella parrocchia di San Girolamo. A 12 anni incontra don Oreste Benzi e la comunità Papa Giovanni XXIII; due anni dopo già partecipa ad un soggiorno per adolescenti sulle Dolomiti con disabili gravi, dal quale ritorna con le idee chiare: “Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai”. Si spende nel servizio per i disabili e per i tossicodipendenti, e va

Se la castità aiuta a conoscersi

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Da ragazzina, mia madre mi parlava del valore della verginità e mi diceva di aspettare con pazienza l’uomo della mia vita. Questo concetto, col tempo, è diventato scontato per me: solo colui che avrei sposato avrebbe dovuto avermi anima e corpo. Negli anni, però, qualcosa è cambiato. Non conoscevo nessuno che la pensasse così. Anzi, a detta di tanti, non era necessario aspettare il matrimonio per vivere l’intimità: la sessualità era un modo per conoscersi, per far crescere la coppia. Per anni sono stata confusa, sospesa tra l’educazione ricevuta e gli stimoli esterni, che invece mi invogliavano a provare, a “lasciarmi andare”. Quando avevo venti anni sono capitata ad un incontro; il titolo era “alla sorgente della purezza”. Una coppia di sposi, con tre figli, portava la propria testimonianza: “Prima di unirci,

Il pudore

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La grande macchina della comunicazione mette in scena l’esibizione dell’intimità delle persone e perciò la dissoluzione dell’io. Dal ‘Grande Fratello’ a ‘Forum’, per segnalare solo i programmi più noti e diffusi, a Facebook, la grande macchina della comunicazione organizza lo svago di massa mettendo in scena l’esibizione dell’intimità delle persone, conseguendo ascolti elevati che confermano il gradimento del pubblico ed innescano un circolo vizioso che diffonde la pratica di rendere pubblico ciò che è intimo. L’aspetto critico del costume che va così propagandosi non consiste soltanto nella volgarità del linguaggio e nell’oscenità degli atti, quanto nella persuasione sottintesa che la spudoratezza non sia un grave difetto, ma una virtù coincidente con la sincerità. Secondo questo modo di pensare, chi non ha nulla da nascondere non si vergogna di nulla; occultare qualcosa di sé, al contrario, sarebbe segno di una disposizione al male. Così,
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