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Se la castità aiuta a conoscersi

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Da ragazzina, mia madre mi parlava del valore della verginità e mi diceva di aspettare con pazienza l’uomo della mia vita. Questo concetto, col tempo, è diventato scontato per me: solo colui che avrei sposato avrebbe dovuto avermi anima e corpo. Negli anni, però, qualcosa è cambiato. Non conoscevo nessuno che la pensasse così. Anzi, a detta di tanti, non era necessario aspettare il matrimonio per vivere l’intimità: la sessualità era un modo per conoscersi, per far crescere la coppia. Per anni sono stata confusa, sospesa tra l’educazione ricevuta e gli stimoli esterni, che invece mi invogliavano a provare, a “lasciarmi andare”. Quando avevo venti anni sono capitata ad un incontro; il titolo era “alla sorgente della purezza”. Una coppia di sposi, con tre figli, portava la propria testimonianza: “Prima di unirci,

Il pudore

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La grande macchina della comunicazione mette in scena l’esibizione dell’intimità delle persone e perciò la dissoluzione dell’io. Dal ‘Grande Fratello’ a ‘Forum’, per segnalare solo i programmi più noti e diffusi, a Facebook, la grande macchina della comunicazione organizza lo svago di massa mettendo in scena l’esibizione dell’intimità delle persone, conseguendo ascolti elevati che confermano il gradimento del pubblico ed innescano un circolo vizioso che diffonde la pratica di rendere pubblico ciò che è intimo. L’aspetto critico del costume che va così propagandosi non consiste soltanto nella volgarità del linguaggio e nell’oscenità degli atti, quanto nella persuasione sottintesa che la spudoratezza non sia un grave difetto, ma una virtù coincidente con la sincerità. Secondo questo modo di pensare, chi non ha nulla da nascondere non si vergogna di nulla; occultare qualcosa di sé, al contrario, sarebbe segno di una disposizione al male. Così,
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