Da ragazzina, mia madre mi parlava del valore della verginità e mi diceva di aspettare con pazienza l’uomo della mia vita. Questo concetto, col tempo, è diventato scontato per me: solo colui che avrei sposato avrebbe dovuto avermi anima e corpo.
Negli anni, però, qualcosa è cambiato. Non conoscevo nessuno che la pensasse così. Anzi, a detta di tanti, non era necessario aspettare il matrimonio per vivere l’intimità: la sessualità era un modo per conoscersi, per far crescere la coppia.
Per anni sono stata confusa, sospesa tra l’educazione ricevuta e gli stimoli esterni, che invece mi invogliavano a provare, a “lasciarmi andare”.
Quando avevo venti anni sono capitata ad un incontro; il titolo era “alla sorgente della purezza”. Una coppia di sposi, con tre figli, portava la propria testimonianza: “Prima di unirci,