Lo scopo principale della MIMEP-DOCETE è quello di diffondere la dottrina cattolica, nella fedeltà al Magistero della Chiesa, stampando opere economiche. A questo riguardo, durante l’udienza del 1981 con Giovanni Paolo II, venendo il Papa a conoscenza di questa finalità evangelica disse: “Molto bene! Allora guadagneranno le anime!”.
Nel 1965 a Pessano con Bornago arriva don Massimo Astrua, un sacerdote energico e sempre alla ricerca dei mezzi per migliorare la vita del prossimo. L’idea di fondare una casa editrice nasce dal suo sogno, nutrito da sempre, di stampare la Parola di Dio, e dal reale bisogno di dare lavoro alle ragazze ospiti del Centro della Pro Juventute di don Gnocchi, di cui lui, don Astrua, è in quel momento il padre spirituale. Così, nello stesso 1965, nasce la Mimep Docete, dove Mimep significa: “Misit me evangelizare pauperibus” (Lc 4,18) cioè “Mi ha mandato ad annunciare la buona notizia ai poveri”, e Docete: “Euntes, docete omnes gentes” (Mt 28,19) “Andate dunque, ammaestrate tutte le genti”.
Don Astrua è sostenuto da un altro sacerdote: il co-fondatore della casa editrice, don Angelo Albani, all’epoca parroco della chiesa dei Santi Vitale e Valeria a Pessano. Con pochi mezzi ma tanto entusiasmo parte la stampa, inizialmente quasi artigianale, di testi religiosi, sussidi didattici, espressi in forma semplice e lineare, accessibili a tutti e a tutte le età. Il cuore pulsante della casa editrice rimane soprattutto don Massimo. Egli, con geniale intuizione, intuisce i cambiamenti sociali ed elabora libri semplici, brevi e destinati a un publico mirato. In quei testi, cerca di trasmettere con passione l’amore per il Signore e la sua Chiesa. Fin da subito lo scopo principale della Mimep Docete è quello della fedeltà alla dottrina, del vasto apostolato e dell’accessibilità economica. Infatti, per accentuare il primato dell’apostolato, la Mimep vende i suoi libri a prezzi di costo.
Nel 1980, dalla Polonia vengono invitate a collaborare le Suore della Beata Vergine di Loreto. I due fondatori della Mimep Docete non potevano scegliere di meglio: le suore sono esperte di editoria, esperienza acquisita dall’Istituto fin dalla data della sua fondazione, a Varsavia, nel 1920, con il preciso scopo di affrontare la questione della diffusione della stampa cattolica.
Le suore della Beata Vergine di Loreto sono adesso le uniche eredi di tutto lo spirito, l’entusiasmo e lo scopo umanitario lasciato da don Massimo e da don Angelo, fedeli ai principi dei due fondatori, diffondendo il cristianesimo attraverso la pubblicazione del Vangelo, dei catechismi, dei testi patristici e delle opere di spiritualità. Seguendo l’esempio di don Massimo stanno poi anche al passo con i tempi, utilizando tutti i mezzi di apostolato più moderni, Internet incluso.
L’APOSTOLATO DELLA STAMPA CATTOLICA
“Come potrò ringraziare Dio che ha scelto dal mondo un debole per servirlo? L’uomo non riesce a trovare il modo per esprimere l’amore e la gratitudine per tutto ciò che Dio ha fatto per lui. Solo quando l’uomo si piega alla volontà di Dio e non pensa a niente, diventa lo strumento cieco di Dio e vede tutto possibile e facile da fare.”
(così scriveva don Ignazio poco dopo l’Ordinazione Sacerdotale)
Il beato don Ignazio Klopotowski era un umile Sacerdote che, negli anni tra l’800 ed il’900, ha lavorato per la diffusione del Regno di Cristo nella sua patria, la Polonia, e nel mondo. E’ uno dei maggiori rappresentanti del cattolicesimo sociale polacco ed è considerato, fino ad oggi, uno dei più eminenti editori polacchi. Il suo patrimonio letterario è ricchissimo: nei suoi scritti trattò di argomenti teologici, morali, sacerdotali ed ascetici. Caratteristica del suo apostolato è stata un’azione pastorale ininterratta ed illimitata, alimentata da una intima e continua unione con Dio e con la Santissima Vergine. Prima che un grande Apostolo, don Ignazio fu un grande Mistico, forse uno dei più grandi che la Polonia abbia espresso in quegli anni, accanto a Padre Massimiliano Kolbe e a suor Faustina Kowalska. Il beato definiva la missione dell’apostolato della stampa “l’ambone dei nostri giorni”, e si riferiva a giornali e libri buoni come a “il pane dell’anima”. Di questo pane della buona stampa, fedele a Dio, c’era un bisogno particolare nell’atmosfera della russificazione della Polonia. Don Ignazio considerava la Parola stampata come il prolungamento dell’ambone, un mezzo per diffondere il Regno di Dio sulla terra, uno strumento nuovo e moderno per la catechesi. La stampa aveva per lui un ruolo missionario.
Scriveva su uno dei suoi giornali: “Cercherò di preparare le mie pubblicazioni nel modo più semplice possibile, affinché le intendano i più semplici, quelli che fino ad ora sono stati trascurati dagli scrittori. Voglio che, grazie a queste pubblicazioni, voi stessi imparate a seminare tra di voi l’amore fraterno e l’amore di Dio. Così, tutti insieme, diventeremo una catena forte ed invincibile nel lavoro per la Chiesa e per il bene della Patria”.
Questo lavoro era troppo grande per un uomo solo. Egli aveva bisogno d’aiuto. Così, nel 1920 fondò una nuova Congregazione che portasse avanti il suo apostolato anche dopo la sua morte.
“Vogliamo formare un gruppo di apostoli della stampa, il quale, servendo questo santo apostolato di insegnamento tramite i Mass-Media, contribuirà alla diffusione del Regno di Dio sulla terra”.
Le Suore portano avanti il carisma del loro Fondatore, trattandosi di pane buono per l’anima del XXI secolo, tanto assetata di veri valori e della Verità.
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