Nardea volava contenta, portando con sé il consiglio di Dente di Leone e i chiodi fissi di Chiocciola.
Un pensiero, però, continuava a tormentarla:
“Ma esiste davvero il polline rosso? E se esiste, dove lo posso trovare?”.
Nardea arrivò, così, nel regno dei frutti.
La giovane ape si posò dolcemente a terra. Davanti ai suoi occhi c’erano:
• il Carciofo
• il Limone
• la Fragola
Nardea non poteva sbagliare, proprio adesso; sentiva tutto il rischio e la responsabilità della decisione. Si affidò ancora al silenzio, sperando di sentire, come le altre volte, la solita voce.
Nulla.
Il pensiero del polline rosso, le impediva di sentire. Nardea cercò con calma di liberare la mente e il cuore. Adesso, non era tempo di pensare al polline rosso, ma di scoprire il frutto sapiente.
Le tornarono in mente le parole del terzo enigma:
“La bontà sta racchiusa
dentro un cuore
che a terra ha fatto cadere
lacrime aspre di dolore”.
La calma e la giusta concentrazione, infine, le permisero di sentire la vocina e Nardea decise di parlare con CARCIOFO.
Il Limone e la Fragola si allontanarono, deridendo il povero Carciofo.
“Sempre la stessa storia” – disse Carciofo – “ma li perdono, in fondo non sono cattivi”.
Carciofo cominciò a raccontare la storia di suo padre:
“Nel regno dei frutti, tutti allontanavano e scacciavano Carciofo a motivo delle sue lunghe e pungenti spine.
– Carciofo è brutto, Carciofo punge, Carciofo è cattivo… – dicevano tutti.
Impedivano, soprattutto, ai frutti acerbi di avvicinarlo.
Carciofo era sempre più solo e triste. Soffriva molto e, sconsolato, si chiedeva:
– Perché madre natura mi ha dato queste spine?
Un giorno, Carciofo vide la Rosa piangere disperata. Si avvicinò, timoroso, e le chiese:
– Perché piangi, amica Rosa? Sei così bella, profumata e tutti i fiori ammirano la tua bellezza. Tutti fanno a gara per stare in tua compagnia.
– Lo so, Carciofo – rispose la Rosa – Tutti gli altri fiori mi ammirano, ma nessuno fa niente per difendere il mio bocciolo dagli insetti divoratori che lo stanno uccidendo.
Carciofo si commosse profondamente e disse:
– Amica Rosa, prendi le mie spine e mettile lungo il tuo stelo, difenderanno te e il tuo bocciolo.
Carciofo cominciò a spogliarsi delle spine, una ad una, e a regalarle a Rosa. Per ogni spina che perdeva Carciofo diventava sempre più magro. Così alla fine, gli rimase soltanto il cuore.
Da quel giorno, tutte le rose hanno le spine, grazie alla bontà di Carciofo.
Gli altri frutti, che parlavano male di Carciofo, rimasero sbalorditi e umiliati e chiesero scusa a Carciofo. Tutti avevano sempre ritenuto Carciofo un frutto cattivo, a motivo delle sue spine. Nessuno immaginava che Carciofo avesse, invece, un cuore grande e generoso.
Nardea non poté fare a meno di guardarsi il pungiglione e disse:
“Le api lo usano per farsi del male a vicenda, per dimostrare di avere coraggio e forza, ma la vera forza sta nella capacità di amare e perdonare”.
Carciofo concluse:
“Credi più nella forza dell’amore
che in quella del pungiglione.
Arricchisci sempre il cuore con il miele
che viene dal polline rosso”.
Al ricordo del polline rosso, Nardea divenne pensierosa e chiese a Carciofo:
“Dove si trova il polline rosso?”.
Carciofo rispose:
“Nel fiore eterno che ha le radici nel cuore”.
Nardea non comprese la profondità di quelle parole, ma capì che era tempo di ritornare all’alveare. La Regina aveva bisogno dei consigli dei saggi per stendere la “legge nuova” dell’alveare.
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