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don Massimo AstruaDon Massimo Astrua
2 gennaio 1924 – 8 novembre 2011

 

“Siamo su una barca che va verso il Cielo.
Questa barca è Gesù.
Noi chiudiamo gli occhi e lasciamoci condurre da Lui.”

 

Don Massimo nasce il 2 gennaio 1924 in una famiglia milanese. Ha 25 anni quando è ordinato sacerdote. Dopo un periodo trascorso nel seminario minore a Masnago con l’incarico di padre spirituale, diventa vice rettore del collegio di Gorla. Dal 1958 è passato all’istituto del Beato Angelico di Milano. Per poi arrivare nel 1965 a Pessano con Bornago. Qui segue per molti anni i mutilatini del collegio Pro Juventute di don Carlo Gnocchi, lavorando incessantemente anche nella parrocchia dei Santi Vitale e Valeria. 
Nello stesso 1965 fonda, insieme a don Angelo Albani, parroco di Pessano, la casa editrice Mimep Docete. In un’intervista degli anni ‘80, rilasciata al settimanale Radar, don Massimo definisce così l’iniziativa: “Intorno al 1965 abbiamo organizzato una scuola di grafica per poter dare un lavoro ai mutilatini del Don Gnocchi e a coloro che non potevano frequentare regolarmente gli studi. Poiché non avevamo sussidi, abbiamo cominciato a creare delle edizioni”. La realtà della Mimep cresce e si arricchisce di sempre nuove edizioni e collaboratori. Nel 1980 sono state invitate a venire, dalla Polonia, le prime suore della Congregazione della Maria Vergine di Loreto. Il talento di don Massimo si manifesta semplicemente in tutto, è lui l’anima di ogni cosa all’interno della casa editrice, dall’aggiustare le macchine in stamperia e in legatoria allo scrivere i testi. È lui l’autore di tanti libri, di teologia, catechismo, vita dei santi e padri della Chiesa, adatti sia per gli adulti che per i giovani. Don Massimo ha una grande capacità comunicativa e riesce a rendere comprensibili i concetti sia attraverso un linguaggio semplice che con l’aiuto della grafica. Lo spirito dell’apprendere sempre qualcosa di nuovo lo nutre seguendo la sfida della tecnologia, infatti, realizza i primi film documentari, dove lui stesso è sceneggiatore, registra, attore, disegnatore, ed esecutore di tanti ruoli. Infinitamente innamorato di Gesù, si trova sempre degli esempi da seguire, ed è affascinato dal suo grande santo, San Giovanni della Croce, da cui lo pseudonimo con il quale, a volte, si firma: Jean Marie de La Croix. 
Dai santi è ispirato nello zelo e nel sacrificio; grazie alla Madonna si sente incoraggiato e tenace; per amore misericordioso di Dio è sempre pronto a tutto!

 

Negli ultimi anni della sua vita la malattia gradualmente gli toglie le forze e, con esse, la possibilità di rispondere ai numerosissimi impegni. Tutto ciò gli causa un grande dispiacere. Lui, però, non si arrende mai, e nel suo piccolo studio, con il computer, continua a scrivere libri, non smette di leggere e arricchire le sue già vaste conoscenze, prega e continua la sua missione di Sacerdote nella Messa quotidiana e confessando chi ne ha bisogno. Quando non riesce a dormire, di notte registra i suoi pensieri, conferenze che poi le suore hanno trasformato in CD. Diverse crisi fisiche dovute alla malattia tolgono man mano anche gli ultimi strumenti di “creazione” del suo genio. Rimane la preghiera, un silenzio in adorazione della Croce nel vero dolore fisico che patisce, e la Santa Messa, alla fine celebrata quasi sul letto, con la voce tremante e le mani, martoriate dagli aghi delle flebo, che spezzavano il pane… le sue mani che non hanno mai smesso di benedire… fino all’8 novembre 2011…

 

don Angelo AlbaniDon Angelo Albani
22 agosto 1919 – 31 agosto 2004
Apostolo del Vangelo, angelo dell’ospitalità

 

Don Angelo nasce a Carugate il 22 agosto 1919, ultimo di undici fratelli. Da ragazzo divide il suo tempo tra casa, scuola, oratorio e opere parrocchiali. Nei primi anni ’30 inizia a lavorare presso una ditta meccanica di Milano, dove si reca in bicicletta di buon mattino. Terminata la giornata lavorativa, sempre in bicicletta va al seminarietto del Duomo per gli studi di ginnasio e liceo, per poi tornare, la sera tardi, a casa a Carugate, sempre in sella alla sua bicicletta. I nati nel ‘19 sono stati tra i più tartassati dalla guerra. A don Angelo tocca, nel 1940 – 41, affrontare l’esercito francese a Montgenévres, sul “Fronte occidentale”. Poi viene mandato in Albania, dove soffre le tre “F”: Freddo, Fame e Fuoco. Ferito gravemente, è rimpatriato su una nave italiana. Durante il tragitto gli viene amputata la gamba sinistra e mezzo piede destro. Ricoverato all’ospedale di Bari, gli sono riconosciute nel corpo più di 50 schegge metalliche di shrapnel, schegge che porterà nel suo corpo fino alla morte. Rimessosi alquanto in salute tenta di entrare in seminario, ma la strada non è facile, sia per la sua condizione fisica, sia per gli studi non del tutto completati. Alla fine, con un po’ di astuzia riesce a passare tutti gli ostacoli ed è consacrato sacerdote dalle mani del beato Cardinal Schuster, nel 1948. Dopo di che è destinato alla parrocchia di Pessano prima come assistente dell’oratorio e dal 1965 come parroco, per poi restarvi come residente con incarichi pastorali fino alla sua morte.

 

Don Angelo è un servo del Signore silenzioso e tenace, una persona seria e responsabile, convinto di fare del bene anche se si scontra con delle umiliazioni e critiche. Grazie a lui si costruisce un nuovo asilo parrocchiale, l’attuale “Asilo Modini”. Don Angelo mette fisicamente in piedi – perché per lavorare ci vogliono anche i locali – la realtà della Mimep Docete, permettendo ad essa di crescere e diventare una casa editrice a tutti gli effetti. Si impegna nella distribuzione delle edizioni stampate, le pubblicizza e diffonde, molto spesso anche le protegge da chi cerca di ostacolare quella grande iniziativa.

 

Negli ultimi anni da parroco, don Angelo invita a Pessano le Suore Militanti della Beata Vergine di Gitega, con lo scopo di istruirle in Italia, per poi rimandarle in Burundi a continuare una mansione apostolica nella Chiesa locale. Tutta la sua vita è segnata da dolore, impegno e altruismo. È il confessore di tante anime fino alla fine, impegnato nel servizio sacerdotale fino all’ultimo giorno, desideroso di migliorare sempre le condizioni del prossimo; cerca i consigli nella preghiera e nella meditazione. Un operoso e silenzioso servo del Signore.

 

Don Angelo si spegne nella notte del 31 agosto 2004, avendo dato tutta la sua vita per i fedeli di un’unica parrocchia. Il Cardinale Dionigi Tetamanzi, allora arcivescovo di Milano, che celebra la Santa Messa esequiale, conferisce a don Angelo due titoli: “Apostolo del Vangelo” e “Angelo della ospitalità”.

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